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Flora del Vulture: la Roverella

10 maggio 2020

La Roverella, Quercus pubescens Willd., è la specie di quercia più diffusa, tanto che in molte località è chiamata semplicemente quercia. Appartiene alla famiglia delle Fagaceae ed è un albero a crescita lenta. Resiste all’aridità ed è capace di adattarsi anche a climi relativamente freddi. È facilmente riconoscibile d’inverno in quanto mantiene le foglie secche attaccate ai rami, a differenza delle altre specie di querce. La roverella si trova principalmente nelle località più assolate, nei versanti esposti a sud ad un’altitudine compresa tra il livello del mare e i 1000 m s.l.m. Non ha preferenze per il terreno, potendo vegetare su suoli di diverso tipo, rifuggendo solo da quelli puramente argillosi, anche se spesso domina sulle formazioni calcaree. Forma boschi puri o misti, d’alto fusto o cedui.

Il principale carattere per identificare la specie è quello di osservare le foglie o le gemme: sono ricoperte da una fine peluria che si può facilmente apprezzare al tatto. La roverella è un albero che di rado raggiunge i 20-25 m di altezza, di aspetto tozzo, con chioma ampia, rada e irregolare. Presenta un fusto corto, ramificato a breve altezza in grosse branche e spesso contorto. La corteccia è di colore grigio-scura poi nerastra, fessurata sin da giovane in piccole scaglie dure a profilo quadrangolare rilevate e rugose mentre a maturità è nerastra. Le foglie sono caduche, alterne, molto variabili nella forma e dimensioni: in genere ovato-allungate presentano una lamina cuneata a margine lobato. La pagina fogliare inferiore è densamente pubescente. Il frutto è un achenio di forma ovoidale, con striature scure allo stato fresco, portato da un peduncolo molto spesso e peloso. La cupola è emisferica e ricopre la ghianda.

I boschi di roverella sono fonte del pregiato tartufo bianco (Tuber magnatum). Il legno è apprezzato ed utilizzato come legna da ardere, fa parte della categoria delle essenze dure, ossia di quei legni che hanno ottimo valore calorifico e lenta combustione. Il legno è di più difficile lavorazione e tende ad imbarcarsi. Le travi che se ne ottengono vengono usate in edilizia, costruzioni navali e una volta come traverse ferroviarie. Le ghiande sono dolci e venivano utilizzate non solo per l’alimentazione dei maiali ma anche, nei periodi di carestia, per fare una specie di pane o piadina di ghianda.

Pregi della specie sono la frugalità e la grande ampiezza ecologica, il possesso di un apparato radicale espanso e robustissimo, la rusticità delle plantule, idonee a crescere, pur con lentezza, in ambienti severi come condizioni sia climatiche che edafiche. Il fogliame disseccato, presente sui rami in inverno, può contribuire a graduare l’impatto delle acque piovane sul terreno. Un ultimo pregio consiste nella scarsissima infiammabilità del legno: dopo un incendio, nella buona stagione successiva si constata che gli unici indizi del passaggio del fuoco sono dati da un annerimento della corteccia alla base del tronco e dalla presenza di fogliame disseccato nella porzione inferiore della chioma. Gli aspetti negativi sono la lenta crescita e la scarsa capacità pollonifera, per cui la roverella ha subìto un drastico ridimensionamento della sua diffusione a causa dei tagli periodici del bosco, assai più frequenti in passato che al giorno d’oggi.

Mariantonietta TudiscoVisualizza tutti i Posts

Mariantonietta è una persona eclettica e sognatrice, ama la Natura e vivere all'aria aperta. Ha tante competenze e si è sempre ben espressa in ogni ambito lavorativo che ha richiesto lavoro di equipe. Si occupa di progettazione ambientale per il pubblico ed il privato, di agriturismo e fattorie didattiche, di consulenza alle imprese, agli enti o agli agricoltori, di formazione post diploma con enti accreditati, di animazione del territorio e proposte di itinerari. Negli ultimi anni propone il Vulture-Melfese come territorio da vivere esplorare con escursioni, trekking, hiking, corsi di escursionismo di base, corsi benessere, corsi yoga, forest bathing

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